Sono due tra le attrazioni archeologiche più visitate e affascinanti della Sicilia. Ma non solo: quella che appaiono oggi come simboli di bellezza e armonia antica sono uno dei più clamorosi esempi delle mille battaglie che si sono combattute tra questi ulivi e queste spiagge.  E quindi vedere Segesta e Selinunte significa, un po’ studiare la storia.

Le due città infatti rappresentano ancora oggi il simbolo di due mondi – e due culture – ovvero quella della Grecia e Cartaginese –  sempre armati e battaglieri nel confrontarsi per il controllo della Sicilia. I Cartaginesi si allearono prima con Selinunte, mentre la nemica era alleata con Atene; poi con Segesta e distrussero Selinunte, che fu ricostruita e distrutta ancora una volta, mentre Segesta crollò al cospetto del tiranno di Siracusa.

Insomma, una lunga storia di battaglie e lotte che però ci hanno regalato nonostante questo un tesoro. Ecco allora una guida su cosa vedere a Segesta e Selinunte e la loro meraviglia.

Cosa vedere a Segesta e Selinunte

Cosa vedere a Segesta e Selinunte: lo splendore solitario dei templi

Poco lontano passa la superstrada, ci sono auto e paesi dove la storia continua la sua corsa. Ma c’è un luogo dove, invece, il tempo sembra essersi fermato anche se dista solo un’ora di viaggio, per esempio da Trapani e dai suoi voli low cost.  Segesta  se ne sta all’imbocco della tormentata valle del Belice, con tutti i suoi misteri ancora da decifrare. “Nel VI secolo a.C. la cittadina si alleò con i fenici, creando una forte rivalità con le altre cittadine alleate dei Greci, Selinunte in particolare”, spiega la guida.

Oggi di questa rivalità è rimasto solo una gara in bellezza fra i templi e i monumenti. Il profumo delle zagare e il fruscio degli ulivi ci accompagnano nella visita. Che va gustata con calma, senza fretta, percorrendo le curve in salita verso l’acropoli, lasciando andare i pensieri cullati dalla magia dei luoghi.

Il tempio mai terminato

Colpisce pensare che ogni cosa qui ebbe vita brevissima: il tempio principale non è nemmeno terminato e già la cittadina cadeva inghiottita nell’oblio, consegnata ai secoli e ai libri di storia. Per vedere chi avesse ragione in questo “concorso di bellezza “ fra templi e città ogni in rovina, riguadagniamo la costa. In piedi da solo, in isolamento gloriosa nel bel mezzo di un paesaggio rurale di dolci colline e con vista sul mare, Segesta è forse tempio greco più incantevole della Sicilia. In effetti, è considerato da molti come uno dei meglio conservati e più belli di tutti i siti greci del Mediterraneo.

E su di lui restano molti misteri: le poche certezze riguardano l’epoca di costruzione e le dimensioni. Fu costruito tra il 430 e il 420 aC, e il tempio è lungo 61 m con 26 metri di larghezza per la bellezza di 36 colonne doriche.  manca il tetto e qualcuno pensa che un attacco nemico ne bloccò la costruzione prima che fosse completato. L’assenza di un tetto è pensato per essere a causa di un attacco contro l’insediamento prima che il tempio è stato completato.

Cosa vedere a Segesta e Selinunte

Lo spettacolo della piana dall’alto del teatro

Le strutture per i visitatori includono il parcheggio, la biglietteria e un  bar poco lontano dall’ingresso al tempio. Un biglietto dà anche accesso al teatro semicircolare (2 km), situata in cima al vicino Monte Barbaro, che risale alla metà del terzo secolo, quando la città cominciava ad essere sottoposta  al dominio romano.

Il teatro è raggiungibile a piedi, o durante l’estate, attraverso un bus navetta, ed è la sede per un programma di concerti e rappresentazioni teatrali durante i mesi estivi. Tra le cose da vedere a Segesta e Selinunte ci sono anche le antiche tragedie arrivate sino a noi.

vedere a Segesta e Selinunte, i templi di Sicilia

Cosa vedere a Segesta e Selinunte, i templi di Sicilia: le rovine sul mare

Poco più di un’ora di strada e siamo di nuovo sulla riva. Ma il mare è un altro: è  il Mediterraneo più pieno. I più arrivano fin qui per gustarsi le onde placide di queste altre coste sabbiose, ma molti, armati di guide e curiosità vengono fin quaggiù anche per chiudere il cerchio: “Dopo Segesta, vuoi vedere anche la sua concorrente”, spiegano alle porte del Parco archeologico di Selinunte una delle aree archeologiche più estese d’ Europa.

La visita comincia dove tutto ha avuto inizio e, cioè, dove, con pazienza, si scavava il marmo per costruire gli edifici oltre duemila anni fa. Ecco, le cave di Cusa sono come un antipasto della scoperta: in questo canyon di calcare, fra ulivi e prezzemolo selvatico, rocchi di colonne mai terminate sono ancora imprigionati fra la roccia, segno che anche qui le sorti di gloria o sconfitta si consumarono rapidamente.

A Selinunte si passeggia accompagnati da un’atmosfera solenne che si fa avanti anche fra le erbe e la vegetazione che giocano a nascondino con le pietre antiche. Su due colline diverse si conservano un santuario, un’intera città e l’acropoli con il mistero che avvolge le rovine al punto che i tre templi hanno per nome solo una lettera dell’alfabeto. Dorici e possenti, solo uno è in piedi dagli anni Cinquanta, mentre gli altri sembrano addormentati e implosi con le colonne “tagliate” a fette in un domino dalle proporzioni giurassiche.

E poi la vita di oggi sul mare

La sera tutti si ritrovano nel piccolo borgo di Marinella e noi con loro: qui la movida è affidata ad un gruppo di locali affacciati sulla mezzaluna dorata della spiaggia. Un tempo questo era il porto da cui si partiva per spedizioni lontane. Oggi invece è un approdo sicuro dove tirar tardi. Alcuni pescatori poi, riposte reti e barche, estraggono microfono e karaoke: le ore piccole qui si attendono così, fra una grigliata e una sfida canora che permette di godere l’altro aspetto di questa terra. Perché tra le cose da vedere a Segesta e Selinunte c’è anche la vita che vi gravita intorno.

Cosa vedere a Segesta e Selinunte : le cave di pietra

Sebbene non facciano parte dell’area archeologica propriamente detta, le cave dalle quali i Selinuntini traevano i materiali di costruzione sono molto interessanti da visitare, se non altro per la suggestiva bellezza del parco archeologico che le racchiude.

Olivi argentei a perdita d’occhio circondano i grandi rocchi di colonna abbandonati qui da più di duemila anni. Alcuni ancora attaccati alla roccia, altri già pronti per essere trasportati a Selinunte, i rocchi imponenti emanano qualcosa di misterioso, legato al segreto della costruzione dei templi.