E’ diventata grande e potente grazie alle navi che portavano qui spezie e legni esotici e ripartivano cariche di uomini che andavano a cercare fortuna. E’ diventata famosa grazie alle coraggiose intuizioni di un genio che ha provato a raccontare l’impressione di un’alba sul porto. Basterebbe questo per spiegare le tante anime della città e che le cose da vedere a Le Havre sono per forza frutto di contrasti. Ma non è finita qui.
La sua fortuna è finita nel settembre del 1944 quando gli aerei inglesi scatenarono la tempesta di fuoco e fiamme con le loro bombe. I morti furono oltre 5000. E la città divenne un cumulo di macerie già ancora prima che sulle spiagge vicine iniziasse lo sbarco. Ma ancora una volta rinacque: e ora la città più grande della Normandia è l’unica al mondo inserita nel Patrimonio Mondiale proprio in quanto simbolo della architettura moderna.
Una città rinata dopo le bombe
Per tutti questi motivi quindi merita una visita. E la sorpresa di passare da una all’altra delle cose da vedere a Le Havre darà a ciascuno la possibilità di trovare ciò che cerca. Il secondo porto più grande in Francia, si trova alla foce dell’estuario della Senna dove resistono pochi vecchi edifici mescolati bizzarramente a una selva di edifici in cemento. Che sembrano stridere con la grande collezione di dipinti impressionisti raccolti nel suo museo. Il secondo per importanza dopo il Musée d’Orsay di Parigi.
Cosa vedere a Le Havre: partiamo dal porto
Le Havre (ovvero il porto) fu fondato nel 1517 dal re Francesco I. Aveva una destinazione sia commerciale sia militare e ben presto divenne il cuore del commercio internazionale, soprattutto di quello diretto verso le colonie. E di qui passarono montagne di caffè, cotone e legno. Ed enormi ricchezze. A metà del 19° secolo poi divenne il punto di riferimento per i primi transatlantici diretti verso il Nuovo Mondo carichi di disperati in cerca di fortuna e di una nuova vita. Tutto questo anche grazie alla nuova linea ferroviaria che collegava appunto Le Havre con la stazione Saint-Lazare a Parigi. E con quella linea arrivarono anche i pittori impressionisti che scelsero la luce sull’estuario dove la Senna sfocia nell’oceano come una delle loro grandi ispirazioni. Ma questa è una altra storia.
Abbiamo parlato di grandi ricchezze ma anche di enormi devastazioni: la città infatti fu una di quelle che subirono i bombardamenti più pesanti dell’intero continente. E i numeri lo chiariscono: oltre 5.000 persone morirono, 12.500 edifici furono distrutti e i detriti coprivano un’area di 150 ettari. La città e il suo porto, una delle porte d’accesso alla Francia, fu ridotta ad una massa fumante di macerie e dolore.
Il sogno moderno di Auguste Perret
Ma se oggi le cose da vedere a Le Havre sono molto lo si deve alle decisioni prese nell’immediato dopoguerra: lo stato francese affidò infatti ad Auguste Perret, uno dei più grandi architetti del suo tempo, la ricostruzione di Le Havre. Perret, contemporaneo di Le Corbusier e considerato il suo maestro, era un architetto umanista che decise che avrebbe trasformato il cemento in un materiale nobile. Un materiale da scolpire come fosse pietra dandogli forme e proporzioni prese dall’arte della Grecia antica e dal classicismo francese. Perret ebbe allora la possibilità di realizzare il sogno di tutti gli urbanisti: dare vita ad una città di fatto nuova, basata sulla sua intuizione e fortemente connotata nel proprio stile.
Si impegnò quindi nel progetto e supervisionò i lavori di ricostruzione del centro città fino alla sua morte nel 1954. Dopo il suo lavoro è stato portato avanti da un esercito di un centinaio di altri architetti. Forse per molti il risultato è stravagante: ma d’altra parte la città è oggi considerata un capolavoro. E restano sospese le parole di Perret che parlava di una “città simile ad una armonia musicale“.
Cosa vedere a Le Havre: luce e cemento
Se sia vero ognuno potrà dire la propria opinione: ma resta comunque una città unica. E un viaggio qui permette di vedere come il cemento si mescoli con la luce turbinosa del cielo del nord e con le mille sfumature del mare. Ma sempre tenendo conto di quello che c’era prima. L’architetto ha infatti studiato le vecchie mappe e ha cercato di ricollocare ogni cosa dove era prima. Ma trasformandola.
Ha allineato i palazzi, creato nuovi viali usando una formula matematica che replica nella distanza tra gli elementi di un palazzo, nelle dimensioni di una strada, persino nei fregi e nelle decorazioni dei condomini. Quasi che fosse un tempio greco. Ma rivisto in chiave francese. La rue de Paris, ad esempio, sembra citare la centrale Rue de Rivoli di Parigi mentre è evidente il legame tra Avenue Foch, che corre dal municipio fino alla riva del mare, e gli Champs Elysées della Ville Lumiere.
Il simbolo di tutto questo, probabilmente, è la chiesa di Saint-Joseph che spicca con la sua troneggiante torre lanterna ottagonale alta ben 110 metri che ospita oltre 12mila lastre di vetro colorato diversi a seconda dei lati: a est e nord i colori sono freddi, mentre le sfumature dorate e il colore brillante riempiono le finestre a ovest e sud quando sono colpite dal sole.
Una chiesa come un faro. Che guarda l’oceano
La chiesa ovviamente è un omaggio ai tanti caduti in città ma sintetizza anche la vocazione marinara di Le Havre e il suo ruolo di porto transatlantico. La chiesa è infatti il primo edificio di Le Havre a essere visto dal mare: ma non solo. E’ anche uno scorcio che ricorda lo skyline di New York. Ovvero l’ultima cosa vista partendo dagli Stati Uniti.
Un altro dei luoghi citati in ogni guida delle cose da vedere a Le Havre è l’Hotel de la Ville, il municipio, che si trova proprio dove la città nuova, frutto della ricostruzione si incontrano e che rappresenta, di fatto, lo snodo del progetto di Perret. Il municipio è un lungo edificio basso con una torre di cemento di 17 piani che fronteggia una grande piazza con passerelle, fontane e aiuole. In pratica il riassunto della filosofia dell’architetto che voleva una città dominata da aria, sole e spazio.
Cosa vedere a Le Havre: una griglia geometrica
Una ricerca di ariosità che si coglie camminando per la città che essendo stata coistruita seguendo il modello di una griglia offre un orientamento perfetto. Non perdetevi una passeggiata nel quartiere di Saint-François, uno dei più antichi di Le Havre e che purtroppo è stato distrutto al 75% dalle bombe. Tuttavia, pur essendo stato ricostruito come il resto appare un po’ diverso perchè questo quartiere, che ospita parecchi ristoranti e il porto peschereccio, ha avuto un trattamento di favore. Oltre al cemento armato qui si sono usati i mattoni e i tetti sono in ardesia come richiesto dal Consiglio cittadino che chiese di preservare il più possibile la sua immagine del passato.
Vagando intorno buttate l’occhio sul mercato del pesce, purtroppo chiuso, progettato dagli architetti Charles Fabre e Jean Le Soudier, e soprattutto la Casa dell’Armatore, uno dei pochi edifici storici sopravvissuti ai bombardamenti. Costruito nel 1790 dall’architetto incaricato della costruzione delle fortificazioni della città, Paul-Michel Thibault, fu poi acquistato da un ricco armatore. Ancora oggi all’interno si vedono gli arredi e le antiche suppellettili e soprattutto i modelli di navi che raccontano la storia marinara della città.
Poi, la passeggiata prosegue per forza lungo l’Avenue Foch, che va da Place de l’Hôtel de Ville all’oceano: si tratta di un luogo particolare dove gli edifici residenziali hanno la stessa altezza e la stessa concezione. Ma si differenziano per i dettagli secondo il piano di Perret che voleva fornire agli abitanti di Le Havre, che sotto le bombe avevano perduto tutti i loro punti di riferimento, un ambiente di vita che fosse una sorta di quinta teatrale dove mettere in scena il rapporto tra il mare e la città.
Cosa vedere a Le Havre: l’eredità impressionista
Infine il viaggio tra le cose da vedere a Le Havre ci porta a fare un salto nel tempo. E un tuffo nell’arte. Una delle perle della città è infatti il Museo di Arte Moderna André Malraux – MuMa che è stato il primo museo ricostruito in Francia dopo la guerra oltre che un simbolo di Le Havre. Si trova all’imbocco del porto e simboleggia l’approccio aperto della città al mondo. Il ruolo di Le Havre, crocevia delle rotte transatlantiche è raccontato da questo palazzo che ricorda una nave costruita in vetro, acciaio e alluminio.
Il museo è nato nel 1845 ma è andato distrutto. Per fortuna le 1500 opere pittoriche sono state messe in salvo al contrario delle sculture. Il nuovo spazio, inaugurato nel 1961, è dedicato allo scrittore André Malraux che, fu ministro della Cultura di Francia. E’ importante per la sua grande collezione di opere di impressionisti tra cui capolavori di Renoir, Monet, Sisley, Pissarro e Gauguin ma racchiude anche opere italiane e fiamminghe oltre a moltissime opere di artisti francesi. Ma la sua forza sono i quadri impressionisti: come è logico che sia.
Proprio qui nel 1872 Claude Monet dipinse un quadro che rappresentava le impressioni al sorgere del sole sul porto di Le Havre. Quel porto, com’era non c’è più, Ma anche la storia dell’arte da allora non è più stata la stessa. E per capirlo appieno occorre venire qui, in Normandia, in questa città. Sorta di nuovo, come il sole, dalle sue stesse rovine.
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