Chiamarla Far West non è un’esagerazione: era una frontiera della storia e oggi è un approdo di sapori; era una terra di conquista e oggi è una meta di vacanza fra le più amate del nostro Sud. E’ la Sicilia Occidentale da Trapani a Marsala,  una terra benedetta dalla natura dove l’uomo ha costruito meraviglie. Dove non a caso sono nati i miti. Perché qui sembra possibile che gli dèi abbiano casa. E ci guardino con bonaria comprensione in questo angolo di Trinacria, dove l’Italia da sempre si incontra con l’Africa.

C’è quella antica dei Fenici, che ci regalarono l’alfabeto ed epiche battaglie con Greci prima e Romani poi, e quella, solo un poco meno antica, degli Arabi che ci han lasciato i tormenti dell’algebra e un piatto fumante di cous cous. Su tutti, un buon bicchiere di marsala a suggellare questo derby di storia, chiuso da secoli con un pareggio di gusto ed emozioni. Perché la Sicilia Occidentale da Trapani a Marsala, è una sorpresa continua.

Sicilia Occidentale da Trapani a Marsala

Sicilia Occidentale da Trapani a Marsala:

Partiamo da San Vito, l’ombelico estivo di questo scampolo di Sicilia Occidentale da Trapani a Marsala: “Qui oggi c’è tutto”, spiega Salvo, uscendo da una pasticceria di San Vito Lo Capo, dove ha fatto incetta di “genovesi” appena sfornate. “Lo vede? Pure le paste fanno confusione e hanno un nome che rievoca mare e porti lontani”. La spiaggia ha colori caraibici, ma la baia è incorniciata da scogliere che ricordano l’Irlanda.

Passeggiando per il centro spunta una chiesa che sembra una fortezza, mentre le case sono bianche e d’impronta medio orientale. San Vito porta il nome di un martire cattolico e venera, invece, l’islamico cous cous cui è dedicato un festival internazionale. Non ci si viene solo per crogiolarsi al sole, ma anche per faticare, zaino in spalla, su e giù per la Riserva dello Zingaro o per legarsi in cordata sulle pareti attrezzate per il free climbing che incorniciano la vicina baia di Macari.

Sicilia Occidentale da Trapani a Marsala

Sicilia Occidentale da Trapani a Marsala: la costa vista dall’alto

Sarà difficile che questo mare ci stanchi, ma val la pena allontanarsi dalla costa per i monti: ad un’ora di auto, in un pomeriggio meno limpido si può raggiungere Erice, una “città alta” che affonda le sue radici nel mistero e nella storia fenicia. Già, i fenici: buoni sì a guidare, con Annibale, elefanti per mezza Europa, ma eterni perdenti sui libri di scuola. Quassù, sul Monte San Giuliano vestito di repentine nebbie di caparbietà quasi padana si arriva anche in ovovia, partendo da Trapani. Bella e impervia come una “Chora” delle Cicladi senza averne però la sfacciataggine bianca, Erice è un’emozione triangolare con il suo borgo di viuzze intricate.

“Quassù i marinai si univano alle ierodule, fascinose sacerdotesse che promettevano i favori di Venere ericina”, spiegano ammiccanti dalle botteghe di ceramica e corallo, mentre dalle chiese medievali trasuda, per contrasto, una profonda devozione cattolica. Oggi, più prosaicamente, le lusinghe più convincenti son quelle della pasticceria locale, a base di mandorle e pistacchio. Ma il fascino di Erice sta proprio in questo mix di sapori che ne ha fatto un luogo sacro che è piaciuto sempre a tutti.

Sicilia Occidentale da Trapani a Marsala

La rinascita di Trapani

Per una città “alta” ecco una città “bassa” dove il commercio e la vita hanno da sempre ritmi frenetici: giù in riva al Tirreno la salvezza per Trapani è arrivata, in tempi moderni, via mare e via aria: “Nel 2005 le barche della Coppa America e poi l’arrivo dei voli low cost hanno ridato slancio al turismo in città”, è la sintesi che vi ripeteranno in ogni boutique. Così la fenicia “Drepanon”, quella falce di terra che si allunga verso l’Africa, ha smesso di essere solo una “sala d’attesa” per un traghetto che portasse alle isole Egadi.

L’elenco dei “must” qui è lungo: il santuario dell’Annunziata col museo Pepoli, la spiaggia dorata che profila via Dante e le bugne del palazzo della Giudecca: tutto vale il viaggio in questa tavolozza a tinte ocra e suggestioni barocche perché qui “monumentali” sono anche i cannoli di Colicchia che rendono più dolce lo shopping fra le vie Torrearsa, Cuba e Sorrento.

Corso Vittorio Emanuele è il salotto buono della città, la “zona giorno” dove perdersi fra mille vicoli, sghemba eredità araba. Il mare qui non si vede, si annusa. Seguendone la brezza, scegliamo un posto in “prima fila” per gustare il tramonto: sulle mura di Tramontana si allungano, come meridiane a caccia dell’ultimo sole, gli studenti che ripassano a cavalcioni sui muretti, mentre ragazzini, ancora dispensati dai tomi, giocano alla pesca, imitando i grandi, fra scogli trapuntati di alghe di un verde fluorescente.

Sicilia Occidentale da Trapani a Marsala

Sicilia Occidentale da Trapani a Marsala: Lilibeo di Cicerone

La tappa successiva è una città “a due piani”: ecco Marsala col suo famoso vino liquoroso. Sopra il moderno, ma già antico, impianto arabo di “Marsa Alì” si fonde con i profili barocchi di chiese, palazzi e anche monasteri, alcuni trasformati in hotel. Solchiamo le due vie che riquadrano il centro e la città ci sembra un abbraccio: forte ed intenso ma molto intimo. Tutte le strade portano al grande arco che ricorda che l’Italia di oggi è nata un po’ anche qui, da dove mosse Garibaldi alla guida dei “Mille”. Un’”unità” del Belpaese che ci pare di ritrovare anche a tavola dove si fondono i sapori di ieri con il gusto di oggi. Ecco la tradizione sicura di un patto di busiate al pesto trapanese e l’innovazione di crudi a base di gamberi rossi, pescati poco lontano.

Sotto la città ne sonnecchia un’altra: è l’antica Lilibeo: il “finis terrae” che Cicerone definì “splendidissima civitas”. Gli scavi accompagnano ogni nostro passo, anche nelle vie del centro come l’ipogeo di Crispia Salvia, a 3 metri sotto questo cielo. Ma chi vuol respirare ancora l’aria del IV a.C si dirige nella zona di capo Boeo: un prato verdissimo, oggi finalmente recintato e in molta parte da scavare, nasconde l’antica colonia greca e le ville romane tappezzate di mosaici. Nelle viscere della vicina chiesa di San Giovanni si può visitare l’antro della sibilla e nel museo del Baglio Anselmi il pezzo forte è ancora un volta fenicio con i 35 metri di una nave dove legno e chiodi, incredibilmente non ossidati, raccontano una storia lunga più di duemila anni.

Sicilia Occidentale da Trapani a Marsala

Sicilia Occidentale da Trapani a Marsala: Mozia, la piccola Cartagine

Già, perché i fenici restano uomini di mare: ovvio che partisse da un’isola la loro conquista di un’altra isola. Lo si capisce lasciando Marsala di nuovo in direzione di Trapani: risalendo la costa, pensieri e curiosità si arenano fra le saline che circondano l’isoletta di Mozia. Piccola e tonda, era perfetta per muovere verso la spigolosa Sicilia. I Fenici vi installarono una Cartagine in miniatura lastricando anche una via oggi sommersa ma ancora visibile sotto le acque. Tutto quello che sappiamo e non sappiamo di questa civiltà è oggi distillato qui, fra vecchi vitigni di grillo e odorosi fichi d’india.

E più che grazie si deve dire “thank you”: fu infatti mister “Pip” Whitaker, nel 1902, ad accorgersi di ciò che si nascondeva sotto le zolle di questi 45 ettari di mistero e a creare la fondazione che ancora oggi protegge sito e museo. Il facoltoso imprenditore inglese aveva più in mente di fare un buon Marsala che di divenire archeologo. “Ma all’ennesimo coccio dipinto che gli fu consegnato da qualche intraprendente rigattiere – spiegano dal museo – , fermò la vanga e consegnò Mozia all’eternità”. Una vecchia storia, di coincidenze e lungimiranza, pensiamo: altrimenti tutto sarebbe andato perduto. Mozia si scopre in barca, percorrendo i canali delle saline dove ancora mucchi ordinati di salgemma riposano protetti da coppi rossi e guardati a vista da fenicotteri curiosi.

A proteggere questo tesoro aveva pensato anche la laguna dello Stagnone che per secoli scoraggiò i curiosi e gli invasori del passato, ma non noi, “incursori” moderni che solchiamo queste acque dense alla ricerca di un passato antico e di un’emozione nuova. E qui, in Sicilia Occidentale da Trapani a Marsala, la sorpresa è sempre dietro ogni curva, oltre una spiaggia. Oltre il prossimo orizzonte. Per un continuo batticuore.