Vi ricordate? Fino a qualche lustro fa era una specie di ossessione collettiva. A novembre iniziava l’attesa e, finalmente, il terzo giovedì del mese tutti festeggiavano: il Beaujolais è arrivato. E via a stappare e festeggiare. Poi, sarebbe lungo analizzare il perché, questa moda è passata e se ne è parlato sempre meno. Ed è un male, un vero peccato, perché la regione del Beaujolais è ancora troppo poco nota, merita di più. Primo perché i suoi vini, al di la del novello, sono grandi vini. Secondo perché è bellissima. E se qualcuno parla di Toscana di Francia non lo fa a sproposito. In più è facile da raggiungere e offre molte emozioni e scoperte. Non solo per appassionati di quello che sta nel bicchiere.

La regione del Beaujolais

Il punto di avvio più ovvio è Lione, la culla della cucina francese, da cui partire verso nord lungo quella che viene chiamata la «Valle della gastronomia». Golosi e buongustai preparatevi: avrete belle soddisfazioni. Ma non solo per la gola. La regione di Beaujolais, infatti, si fa ammirare anche per la sua storia, per i suoi borghi, i suoi paesaggi. Questo territorio ha ottenuto il riconoscimento di «Villes et pays d’art et d’histoire» che testimonia la ricchezza della regione che si comprende già da subito uscendo da Lione e sostando in quelli che vengono chiamati i «Borghi dalle pietre dorate».

Il nome lo si deve al materiale calcareo, colorato con ossidi di ferro, con cui sono costruite le case: e ogni sosta è una emozione. A Ternand si passeggia tra stradine in salite che arrivano sino al castello , abbarbicato su uno sperone roccioso da cui di gode un panorama straordinario sulle montagne del Beaujolais e sulla valle dell’Azergues. Poco lontano poi una vera perla: Oingt è l’unico villaggio del dipartimento del Rodano inserito nella lista dei «Borghi più belli di Francia».

La regione del Beaujolais

E c’è un motivo. E’ una sorta di bomboniera di pietra color oro con vicoli stretti, gallerie d’arte, scorci e angoli da batticuore che alla fine conducono alla chiesa di St-Mathieu e alla fortezza medievale. In ogni stagione lo sguardo corre sulle colline ma nelle giornate più limpide si arriva sino al Giura e, laggiù in fondo, le Alpi.

Alla scoperta dei suoi borghi

Ma una visita in Francia, alla regione del Beaujolais non può trascurare il luogo che le ha dato il nome: Beaujeu, la capitale storica, a soli 50 minuti da Lione, è una tappa essenziale e la visita parte sempre dalla chiesa romanica di St-Nicolas prima di passeggiare senza meta tra le case a graticcio. Poi, si si ferma nella piazza principale per una sosta prima di andare a visitare la Maison du terroir dove sono raccolte le tradizioni del Beaujolais, la ricchezza di queste terre, i sapori e i piatti emblematici e ricordati i personaggi che ne hanno segnato la storia. Senza dimenticare che è proprio qui che si svolge il rituale citato prima.

La regione del Beaujolais

Esattamente alla mezzanotte del terzo giovedì di novembre la festa delle Sarmentelles raggiunge il momento top e tutti gridano in coro “3, 2, 1: il Beaujolais Nouveau è arrivato!” E intorno brindisi, canti e fuochi d’artificio.

Ma si brinda sempre a stomaco pieno: ed allora ecco un suggerimento per assaggiare i sapori della regione. Se Les Halles di Lione sono forse uno dei mercati alimentari più belli e golosi al mondo anche qui si trova un indirizzo da non perdere: stiamo parlando del mercato di Caladois che si trova a Villefranche-sur-Saône. E’ uno dei più grandi mercati coperti della regione e offre una selezione dei migliori prodotti freschi e locali. Ma anche una particolare atmosfera.

I castelli e il vino

Volete le favola? E allora nella regione del Beaujolais l’avrete. Basta dirigersi verso il castello di Montmelas per passare ad una altra dimensione: costruito tra il X e il XII secolo è abitato da secoli dagli eredi del conte e della contessa Henri d’Harcourt offre una tale suggestione che in zona tutti lo chiamano il «Castello della Bella Addormentata».

Ma non solo poesia: basta cambiare maniero per passare a tutto un altro tipo di malìa. Il castello di Pizay, in mezzo a 80 ettari di vigneti, offre il suo fascino ottocentesco per passeggiate nel parco ma anche per degustazioni e soprattutto sfide per amanti del vino con il suo percorso sensoriale: alla fine, dopo sfide all’ultimo assaggio, vi daranno anche il voto.

Se invece amata passeggiare troverete sentieri per le vostre gambe immersi in quella che, grazie ad uno dei patrimoni geologici più ricchi di Francia, è stato certificato come «Unesco Global Geopark» per arrivare alla meta più ambita: il Mont Brouilly. E’ la collina che si erge tra i vigneti e oltre che un belvedere unico racconta una storia millenaria: e la pietra azzurra che sostiene ne è il filo conduttore.

Un picnic tra i vigneti

Ma forse il modo più goloso ma allo stesso tempo piacevole per provare a capire ed entrare nel cuore di questa terra di grandi tradizioni e nobili vini è andare allo Chateau de Julinenasm una tenuta nata nel XIII secolo che dal 1907 appartiene alla famiglia Conemine. Qui, dopo una visita alle cantine si sale su un vecchio Wolkswagen Combi del 1964 e si sale in cima ad una delle colline dove lo sguardo corre a 360 gradi.

La regione del Beaujolais

Le sfumature dei vigneti sono infinite, il panorama evoca sentore di Toscana: allora il vignaiolo stappa le riserve e imbandisce un picnic con formaggi, prosciutto artigianale e patè. Di solito tira una brezza leggera e c’è tanto silenzio. Non resta che alzare un calice e dire “Santé”. Le colline del Beaujolais, sornione, ricambiano.