Ma quello non è Robert De Niro?», sussurra incredula la signora in pareo e flip flop. Il barista risponde senza nemmeno alzare gli occhi oltre il banco: «No, è Bob che beve il suo rum punch». Mister Bob è davvero De Niro, ma per una vacanza sull’isola di Anguilla, tra  spiagge e vip cognomi e referenze si lasciano a casa. In una celebre battuta di “C’era una volta in America”, uno dei suoi film-capolavoro, l’attore confessa di essere andato a letto presto a chi gli chiedeva dove fosse sparito. Non è difficile credergli vedendolo fuori dal set, non protagonista, ma per una volta fra gli spettatori del rito del tramonto a Rendez Vous Bay. Ovvero uno dei momenti top in una vacanza sull’isola di Anguilla. Dove quello che emoziona è la natura. E non la faccia ben nota dei soliti famosi.

Il Caribe qui da il suo meglio. Anche per i non vip

Titoli di coda su un’altra giornata ad Anguilla, 63 latitudine nord, 18 longitudine est. Ecco le coordinate per perdersi. Caribe puro, lontani dal resto del mondo, eppur dirimpettai della gente che il mondo insegue. Li chiamano Vip, e magari in costume ostentano una silhouette più scolpita della nostra, ma ad Anguilla in vacanza, a sentirsi dentro un film, siamo più noi commoners di loro. E l’isola, fra le più esclusive dell’arcipelago Sottovento, un non luogo di purezza e suggestive contraddizioni, vezzosamente se ne compiace.

Anguilla - costa

Vi sembra finta? Eppure è vera. Anguilla, spiagge che definire da cartolina, per una volta, non è una banalità è fatta così.. La sabbia corallina impedisce che l’acqua si intorbidisca. La costa e la barriera creano una suspense che i fotografi dei cataloghi si sognano, frantumandosi ora in scogliere subacquee inaspettate o illanguidendo all’improvviso in fondali bassi dove, prevedibilmente, sguazzano pesci multicolore.

Intorno le isolette satellite di sabbia candida

Volete navigare fra cielo e mare? Benvenuti nella patria delle regate, pronti a sbarcare sulle tante isolette satellite di questo approdo, da Prickly Pear Cays a Dog Island, ottimi indirizzi per fare snorkeling: coralli, gorgonie, barracuda fintamente minacciosi e aragoste. In altri termini si potrebbe dire che una vacanza a Anguilla  è fatta anche di molti colori. Meglio se visti sott’acqua. Manca solo il proverbiale tesoro dei pirati ma visto il contesto, forse, se ne può pure fare a meno. Smaniate per il batticuore di una immersione col relitto? Detto fatto, il cliente ha sempre ragione. E negli anni Ottanta hanno pensato ad affondare alcuni battelli per creare degli studios in versione subacquea.

Su tutti, il più fotografato è il galeone spagnolo Buen Consejo. Dispiace per lui ma quello è naufragato per davvero nel 1772 al largo di Stoney Bay tradito da una tempesta e fondali dispettosi. Col tempo sembra però che abbia fatto pace col mare. Anguilla vi sembra cara? Lo è. E parecchio. Ma quella che la gente di qui apostrofa come bassa stagione, coincide con i periodi di vacanza più ambiti dagli europei. Da aprile a novembre sia le mega ville di Maundayës Bay e Shoal Bay East, sia i super hotel come il Cap Juluca, censito fra i migliori al mondo, mettono «in saldo» le loro lusinghe. Magari non saranno prezzi stracciati, ma almeno non c’è rovescio della medaglia: nei nostri mesi primaverili ed estivi ad Anguilla piove poco, gli uragani spesso scantonano e la temperatura non si schioda dai 28 gradi perenni. Per chi non si accontenta mai, fra luglio e agosto, c’è pure il Carnevale. Insomma: Anguilla, spiagge e pure maschere

Anguilla - relax sulla spiaggia

Ville da sogno, fiori e strade sterrate. L’isola di Anguilla è fatta così

Ma una vacanza a Anguilla resta, comunque la concessione pure un po’ snob elettivo (e invernale) per torme di personaggi hollywoodiani che cercano relax e basso profilo. Le frenesia dei fans non sono gradite e l’isola, di conseguenza, fa di tutto per non mettersi in mostra. Gli incontri più frequenti saranno quelli con ovini e pecore dalla tipica coda all’ingiù. Per visitare l’isola di Anguilla allora, così deserta eppur così ambita, serviranno buone sospensione e occhio attento alle buche. Le (poche) strade portano comunque sempre a destinazione. Peccato che il fondo sia più sconnesso di un tratturo .

«Non direi, se c’è una buca vuol dire che almeno c’è l’asfalto, Madam», chiosa ironico Jeff, impegnato al suo barbecue mobile ad un incrocio della capitale The Valley. Già il nome dichiara che è inutile aspettarsi una metropoli: semmai una fila di case di cemento, volonterosamente multicolore, una chiesa decorata con conchiglie e pietre beige e una strada di «fondo valle» da seguire per fuggire verso le spiagge. La più vicina, Crocus Bay, vi sembrerà già bellissima. Ma c’è di meglio. Ci vuole una barca per esplorare Little Bay, poco oltre, e non faticherete a trovare un pescatore disposto ad accompagnarvi.

Tutti i colori dell’isola di Anguilla: ibisco e blu

Puntando a nord, invece, superati boschetti di mogano, flamboyant e ibiscus, ecco Shoal Bay East. E’ rivolta verso il tramonto e l’infinito: ancora una volta penserete di avere trovato il top. Il bello è continuare a cambiare spiaggia e non smettersi di stupirsi. Guardare e tuffarsi nell’ozio e nel blu: «Irie», lo chiamano così il benessere ad Anguilla. Altri preferiscono parlare di «Liminí», l’attività preferita dalla gente del posto: godersi la vita. In altre parole la prassi di Anguilla, spiagge, relax e piacevole fare poco nei dintorni. «La nostra fortuna sta nel non volere molto di più», spiega Garret mentre ancora la sua barca ad Island Harbour, un villaggio di pescatori che sembra fatto apposta per meritare l’inflazionato aggettivo «pittoresco».

isola di Anguilla party sulla spiaggia di un hotel

Il traghetto dalla vicina St. Martin

Ed è proprio in posti come questi che è possibile fuggire via dal menu che propongono la gran parte delle isole vicine dove imperversano folla chiassosa di croceristi in tour sulla terraferma, casinò e indigestione di shopping duty free. No, ad Anguilla no: qui c’è solo un mini aeroporto che fa più selezione all’ingresso del più esclusivo dei privè o un traghetto, invece, che senza far distinzioni, concede a tutti un democratico passaggio dalla vicina St. Martin.

Poi, però, all’imbrunire, come nella fiaba di Cenerentola, riporta tutti a casa. Un fascino che nasce non dall’ostentazione del lusso, ma da lusso di potersi permettere la simulazione della semplicità. È così che  l’isola di Anguilla  t’inganna: la sua bellezza non bastò a conquistare nè Cristoforo Colombo, che nel 1493 vi girò al largo, nè i successivi colonizzatori inglesi che, a parte grano e tabacco, non riuscirono a trarre nulla dal suo arido suolo. Troppo piatto, troppo aspro, questo approdo brullo.

Vacanza sull’isola di Anguilla: la terra del sorriso

L’isola non poteva aver fortuna più grande di quella di essere ritenuta perdente in partenza. Il terreno non era fertile. E così la gente si volse al mare e da li venne la risposta: pescatori, naviganti, imprenditori in miniatura del loro stesso destino. Così Anguilla si salvò: le piantagioni avrebbero, invece, significato soprusi e schiavitù e nei secoli avrebbero regalato conflitti e rivolte, come dimostrano le storie degli «altri» Caraibi come la Jamaica o Cuba

Ad Anguilla la gente invece imparò a far da sé: nel 1967 indubbiamente, anche quest’isola conobbe il suo momento caldo, ripudiando l’alleanza federale con la vicina St. Kitts, ma la buriana passo presto. Anguilla scelse la libertà, pur sotto l’egida di Sua Maestà Britannica. E lunga vita alla regina. Così, anche per questo, ai suoi abitanti, invece che la scorza ruvida di chi ha tanto subito non restò che il sorriso di chi ha pescato la carta fortunata. Facile allora specializzarsi nel benvenuto agli ospiti.

«Il senso dell’accoglienza», spiegano dal Tourism Board, «lo insegniamo fin dalle elementari con un programma (si chiama Smile, appunto) che avvia i bimbi al valore del turismo e dell’ospitalità». Evidentemente funziona e i risultati si notano. Fino agli anni Sessanta non c’erano nè luce né telefono mentre ora tutti i soliti noti hanno casa sull’isola, spiegano a Sandy Ground, apparecchiando tavolini fra le ex saline e il mare.

isola di Anguilla lettini sulla spiaggia

Aragosta, formaggio di capra e tramonti

Potenza di una isola che riesce a mettere d’accordo tutti con un cole slaw, un’insalata di cavoli ma poi non nega mai un’aragosta e formaggio di capra. Per scoprirlo basta dirigersi verso Sandy Ground e Cove Bay, i luoghi deputati per gourmet dal portafoglio ben fornito che si sdilinquiscono nelle olimpiadi del gusto del «Taste of the caribbean».

Ma poi non disdegnano le tavole dei più informali beach bar. Dopo cena, poi, al Pump House o al Dune Preserve non si tira tardissimo: semmai si comincia presto a divertirsi. Non fosse altro perché, per individuare i locali occorre buon intuito e luce piena. Il basso profilo dell’isola passa anche per l’understatement delle insegne, spesso poco più che tavolette di legno sbiadite. Ecco perché Bob De Niro, col suo rum punch in mano, aveva ragione: in una vacanza sull’isola di  Anguilla, dove anche i Caraibi non se la tirano,  andare a letto presto è  per nulla un male.