Per molti di noi è solo una uscita autostradale sulla A22, un nome che si legge salendo verso nord, verso le Dolomiti. O che si legge sui cartelli durante una gita sul lago di Garda. Eppure è una delle città con la migliore qualità della vita in Italia. E sfogliando la guida di Trento si scopre soprattutto un posto bello, accogliente, dove si mangia splendidamente. E, appunto, si vive molto bene.
La storia di Trento si lega a quella dei principi-vescovi, per secoli signori di un insediamento cresciuto come punto di contatto e scambio lungo quelle vie che mettevano in contatto l’Europa del nord con quello che stava verso sud, ovvero la pianura padana e il Mediterraneo. Scambi, commerci significano ricchezza. E di quella fortuna sono rimaste tracce e luoghi simbolo. Uno per tutti: qui si svolse il famoso Concilio nel 1545 da cui nacque la Controriforma. E l’Europa come la conosciamo oggi.
La guida di Trento: la storia in città e la natura intorno
Ma quello è il passato: ora la città è viva grazie alla sua università, al Museo della scienza Muse, progettato da Renzo Piano, ad altri luoghi legati alla cultura senza dimenticare che la natura è giusto a portata di mano. Quante sono le città che possono vantare una cascata, come quella di Sardagna, visibile da ogni angolo e da ogni piazza? O un comprensorio sciistico, con tanto di impianti di risalita, a soli 15 km dal centro?
Il punto di partenza di ogni guida di Trento e, di conseguenza, di ogni passeggiata per la città è comunque piazza del Duomo. Il nome lo da la cattedrale duecentesca di San Vigilio, in stile romanico, in cui si tennero tutte le sedute formali del Concilio di Trento ma intorno ci sono molti altri edifici importati come il Palazzo Pretorio, ex residenza dei Vescovi, e oggi sede del Museo Diocesano. La sua torre, la Torre Civica , ospita ancora la campana Renga che è stata usata per secoli per chiamare la città all’assemblea.
Un selfie con lo sfondo dei monti
Al centro della piazza si può vedere una fontana dedicata a Nettuno, comparsa obbligata di ogni selfie con, in lontananza, lo sfondo le montagne. Proprio di fronte, invece, si trovano le due Case Cazuffi Rella, decorate con affreschi di scene mitologiche: ci sono le allegorie dell’amore, della fortuna e dell’abbondanza. Il contrasto con il rigore del romanico si nota.
Quindi è il momento di iniziare a camminare e tuffarsi tra le stradine del centro vagando senza una meta tra piazza Dante fino al castello. Il cuore della città è un piacevole groviglio di strade, piazzette, case colorate e caffè coi tavolini all’aperto. Il tutto è, come detto, reso particolare dalla presenza dei monti. Se ci capita infilatevi anche nei vicoli più stretti, come vicolo della Sat o vicolo Adige e alzate gli occhi per cercare quello che resta delle antiche torri collegate alle case dei nobili. Sembra uno scioglilingua ma le torri sarebbero trentatre.
Proseguendo a scorrere la guida di Trento si arriva in via Belenzani: ci sono bar e negozi eleganti ma anche, soprattutto, edifici pieni di storia come palazzo Alberti Colico, palazzo Geremia e soprattutto palazzo Tabarelli. Sulla facciata spiccano i profili di pietra di 22 personaggi importanti per la storia locale mentre sottoterra si trova una zona archeologica con i resti di un intero isolato della città romana.
Il castello del Buonconsiglio
La prossima tappa è ovvia: il castello del Buonconsiglio, il complesso monumentale più importante della regione, che fino al XVIII secolo fu la residenza dei principi vescovi. E’ una enorme struttura composta da molti edifici di epoche differenti: la parte più antica del castello è il medievale Castelvecchio , con la grande torre cilindrica mentre il Magno Palazzo fu aggiunto in epoca rinascimentale. La Giunta Albertiana, in stile barocco, invece risale al XVII secolo
All’interno si trovano sale affrescate e spazi museali ma soprattutto, nella Torre Aquila, il Ciclo dei Mesi, una delle più importanti testimonianze del gotico internazionale. I mesi però sono undici: marzo purtroppo andò distrutto in un incendio.
Nelle sale del primo piano di Castelvecchio si trova la sezione archeologica mentre nelle sale rinascimentali sono esposti dipinti e sculture. Se poi amate le scienze camminate meno di quarto d’ora per arrivare a Le Albere dove sorge il Muse, il museo di scienze naturali. Fuori è un contenitore che riprende la forma delle montagne; dentro una collezione che spazia dalla balena agli uccelli dei boschi.
il Muse, un contenitore di scienze
Il museo ha quattro piani e quindi conviene partire dall’alto e scendere. Il secondo, terzo e quarto piano sono dedicati alle Alpi e al loro ecosistema, concentrandosi rispettivamente su geologia, foreste e ghiacciai; il primo piano ha mostre sulla storia, la ricerca e la sostenibilità, mentre il piano terra è il vero spettacolo , con un sacco di mostre pratiche su gravità, suono e altre leggi della fisica.
Stanchi dopo tanto passeggiare? Nessun problema. Tra i locali dove fare una sosta c’è solo l’imbarazzo della scelta e vale la pensa di concedersi un calice di TrentoDoc, lo spumante locale o se preferite un Hugo, un aperitivo a base di prosecco, sciroppo di fiori di sambuco, acqua gassata e foglie di menta. In molti si contendono la sua paternità ma si dice sia nato nelle valli non lontane da qui.
Volendo tornare a viaggiare nella storia ritornate sui vostri passi fino alla piazza del Duomo per andare a vedere il Museo Diocesano Tridentino che si trova nel palazzo Pretorio. Ovvero la casa dei vescovi. Il museo, fondato all’inizio del 1900 raccoglie testimonianze del famoso Concilio che si svolse qui ma anche dipinti, sculture, arazzi, paramenti. Ma non perdete il passaggio che permette di vedere dall’alto la cattedrale.
Il mito della Sat, la Società degli alpinisti tridentini
Per gli appassionati della montagna poi la guida di Trento segnala una tappa imperdibile: è la Casa della Sat, ovvero Società degli alpinisti tridentini, e si trova in centro nelle sale del palazzo Saracini-Cresseri. Il museo raccoglie materiali sulla storia dell’esplorazione alpina, la nascita dei rifugi e le prime scalate. Qui si trovano documenti, oggetti e foto e documenti e il palazzo è anche la sede del celebre coro Sat, il più famoso tra i cori alpini italiani. Sentirli cantare garantisce la pelle d’oca.
Per proseguire, una visita davvero inconsueta: anzi due. E sotto la montagna. Andiamo infatti alle Gallerie di Piedicastello, un museo ricavato in quelle che fino al 2007 erano gallerie della tangenziale. I tunnel vennero poi abbandonati e riconvertiti in uno spazio museale davvero speciale dedicato alla storia e alla memoria. I due tunnel affiancati sono, rispettivamente, uno bianco e uno nero: in quella nera si trovano installazioni che spesso spesso occupano tutta la superficie di 300 metri quadrati, mentre la Galleria Bianca è uno spazio per eventi ed è anche utilizzata per mostre temporanee.
Guida di Trento: come vedere la città dall’alto
E infine da sotto la montagna andiamo sopra. Per vedere la città dall’alto. Per farlo basta prendere la funivia che parte dalla riva dell’Adige e sale, in 4 minuti, fino a Sardagna, a circa 600 metri d’altezza sul fianco del monte Bondone. Arrivati in alto con una piacevole passeggiata si raggiunge un belvedere che si spalanca sulla città. Al tramonto di una giornata serena lo spettacolo è garantito. E a questo punto si capisce che definire Trento solo un nome da leggere viaggiando in autostrada è davvero un peccato imperdonabile.
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