Cusco era una capitale. E lo è ancora. Certo, l’impero inca non esiste più. E anche i conquistadores da secoli hanno smesso di imporsi con il loro pugno di ferro. Ma Cusco resta una capitale: durante i millenni ha visto passare gli antichi abitanti e poi gli inca, i conquistatori arrivati dalla Spagna come oggi vede le centinaia di migliaia di turisti che arrivano attirati dalla sua aria rarefatta e dalla sua atmosfera unica, ammaliati da un luogo dove le civiltà si sono combattute e poi fuse. E l’esempio più evidente di questa miscela, come ogni guida di Cusco racconta nelle prime pagine, è dato dalle dimore coloniali e dai monasteri cattolici che stanno ancora in piedi solo grazie alle fondamenta di templi antichissimi dedicati al sole e alla luna.
Guida di Cusco: l’ombelico del mondo
Oggi Cusco è un centro turistico di livello mondiale e il suo contro storico splendidamente conservato, restaurato e rinnovato fa parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Non a caso: qui è splendido passeggiare tra templi e palazzi, tra canali di scolo che arrivano dai tempi dell”imperatore Pachacutec e boutique hotel con il bocchettone dell’ossigeno sopra il letto per addomesticare il mal di testa dovuto all’altitudine. Ma soprattutto è un racconto unico e sorprendente scritto nelle rughe sulla pelle della sua gente. Che avvolta nei costumi di mille colori sembra non stupirsi mai. Come è normale abitando in una città da sempre al centro della storia: e infatti è chiamata l’ombelico del mondo.
Il punto di partenza ovvio per avvicinare la città è la Plaza de Armas, il cuore di Cusco fin dal tempo dell’Impero Inca, quando la piazza si chiamava Huacaypata. La cattedrale, dedicata alla Assunzione della Beata Vergine Maria, sul lato nord-est della Plaza de Armas, è l’attrazione principale, e sulle sue scalinate troverai frotte di turisti e gente del posto che si rilassa e spettegola. Fu costruita tra il 1559 e il 1669 nel posto dove si trovava un palazzo inca. La forma è a tre navate sostenute da 14 massicci pilastri: e si tratta di un numero stranamente piccolo per una chiesa così grande. L’altare principale, in argento, pesa 400 chilogrammi, e gli stalli del coro sono finemente scolpiti in legno di cedro.
La cattedrale e le altre chiese. E la sfida delle facciate
Adiacente alla cattedrale poi si trovano altre due chiese: El Triunfo sulla destra e la chiesa di Gesù Maria sulla sinistra. El Triunfo fu la prima chiesa cristiana di Cusco, costruita nel punto dove gli spagnoli furono assediati nel 1536. Nonostante gli incas bruciassero la città, gli spagnoli riuscirono comunque a salvarsi e per ringraziare del miracolo costruirono la chiesa.
Il lato sud-orientale della piazza principale è dominato dalla chiesa di La Compania, che è facile scambiare per la cattedrale visti i decori preziosi. Che hanno una storia curiosa: fu costruita dai gesuiti nel 16° secolo e le sue dimensioni imponenti fecero arrabbiare il vescovo che chiese l’intervento del papa. Paolo III diede ragione al vescovo ma nel frattempo la chiesa era quasi finita: e la facciata barocca straordinariamente decorata di La Compania continuò da allora a competere con la cattedrale. Anche questa chiesa è ovviamente sorta in un luogo inca: in particolare sulle fondamenta del palazzo di Huayna Capac, l’ultimo sovrano dell’impero inca il cui dominio si estendeva su gran parte dell’attuale Perù, Bolivia, Ecuador, Argentina, Cile e Colombia sud-occidentale.
La guida di Cusco e il sito di Sacsayhuaman: ecco la testa del giaguaro
Ma lo abbiamo detto: la guida di Cusco non parla solo spagnolo. Ma molto di più la lingua inca. Per averne un assaggio si deve salire al massiccio complesso fortificato di Sacsayhuaman, la rovina più importante di Cusco, ed è abbastanza vicino al centro storico da essere raggiunta a piedi. Le ipotesi sulla sua origine sono tante: si dice che la città di Cusco dovesse avere la forma di un giaguaro e che il sito di Sacsayhuaman dovesse essere la testa. La prova sarebbe nel fatto che tre tratti di mura si estendono a zigzag per quasi 300 metri. E questi sarebbero i denti del giaguaro.
Una leggenda? Certo, tanto che non è neppure certo se si trattasse di un luogo con funzione religiosa o militare ma è comunque un posto da vedere: il fascino sta nelle dimensioni ciclopiche e nella incredibile mole delle pietre che lo compongono. Quello che resta ora è solo il 20% della antica fortezza che per secoli è stata depredata come una cava di pietre e solo le più grandi, impossibili da trasportare sono rimaste al loro posto: alcuni di questi macigni sono lunghi otto metri e pesano decine di tonnellate. Nonostante le dimensioni massicce di queste pietre e le loro forme spesso irregolari, sono state incastrate in maniera così precisa che sorprende ancora oggi gli ingegneri moderni.
La cultura antica: i musei inca e precolombiani
Proseguendo il viaggio nell’anima inca si deve per forza andare a vedere il museo Inca che si trova nel palazzo che fu dell’ammiraglio Francisco Aldrete Maldonado. Il palazzo fu gravemente danneggiato dai devastanti terremoti del 1650 e del 1950, ma è stato recuperato appieno ed è oggi una degli edifici coloniali più interessanti di Cusco. All’interno le collezioni cercano di raccontare la cultura inca, dal suo sviluppo alla conquista dell’impero, facendo emergere anche il ruolo che ha avuto sulla altre culture locali. Sono esposti ceramiche, tessuti, gioielli in metallo e oro ma anche mummie e teschi che mostrano sorprendente capacità chirurgica di quel popolo. Particolarmente interessanti sono le 450 coppe in legno intagliate e dipinte conosciute come queros, la più grande collezione al mondo.
Durante la stagione turistica i tessitori locali del Centro de Textiles Tradicionales de Cusco fanno dimostrazioni della loro abilità e vendono oggetti artigianali nel cortile.
Da vedere anche il Museo d’arte precolombiana che contiene circa 450 pezzi provenienti dai magazzini del Museo Larco di Lima le cui collezioni sono troppo vaste per essere esposte in una sola sede. Qui si possono vedere gioielli, ceramiche, oggetti in oro e argenti delle culture Nasca, Moche, Huari, Paracas, Chimú, Chancay e Inca che coprono un periodo che va dal 1250 a.C. fino al 1532 d.C. Inoltre, una sala è dedicata ai dipinti della Escuela Cuzqueña – la scuola di Cusco – e una sala raccoglie delle sculture in legno. La collezione è relativamente piccola ma si tratta di oggetti molto belli messi in risalto dalla sede che li ospita, nell’ex residenza del conquistatore Alonso Díaz.
Passeggiare toccando i muri
La guida di Cusco, non parla solo di musei e palazzi. Ma anche di strade. Basta infatti passeggiare per le vie per poter sfiorare, con lo sguardo e le mani, le antiche mura incaiche arrivate integre sino a noi. Sono, in pratica, le fondamenta su cui poggia la intera città ma in alcune zone sono più visibili e maestose. I tratti più suggestivi si trovano ad esempio, lungo entrambi i lati di calle Loreto, che si trova a sud-est della Plaza de Armas. Sul lato sud della strada sono pezzi del palazzo di Huayna Capac mentre di fronte si trova l’Agllahuasi, una dei tratti di mura più antiche di Cusco.
La calle Hatunrumiyoc che si dirige a nord est da Plaza de Armas è famosa per la pietra a 12 lati che si trova lungo il muro orientale. E’ facile trovarle e non serve sfogliare la guida di Cusco: proprio li di fronte si trovano i venditori di souvenir. Anche l’estremità curva della chiesa di Santo Domingo è un altro eccezionale esempio di eredità in pietra arrivata sino a noi dai tempi degli inca.
Volete una pausa per rilassarvi? Allora spostatevi al mercato di San Pedro, una distesa di bancarelle di frutta verdura e carne dove è facile dissetarsi visto che ci sono 30 bancarelle che vendono solo spremute di frutta. Ovviamente si mangia anche e per il pranzo potrete guardarvi intorno cercando un assaggio di sapori locali a prezzo davvero basso. Se poi avete i sintomi del mal di montagna, seguite il consiglio che si trova in ogni guida di Cusco e comprate qui le foglie di coca nei sacchetti: non temete, non hanno effetti da sballo ma tolgono la nausea e il mal di testa.
Tra le bancarelle di San Blas
Proseguite poi la passeggiate nel quartiere di San Blas che si inerpica su una collina a nord-est della Plaza de Armas. La zona è conosciuta per le sue stradine acciottolate piene di piccole gallerie d’arte e botteghe artigiane. Come pare fosse già ai tempi degli incas. Questa zona prende vita la sera quando i ristoranti si riempiono di luce e di gente ma San Blas Plaza è vivace anche durante tutta la giornata di sabato, quando è pieno di bancarelle colorate.
Alla fine della piazza si trova la chiesa cinquecentesca di San Blas resa celebre dal suo pesante altare barocco in oro ornato e da un pulpito scolpito partendo da un singolo albero. La leggenda sostiene che il teschio su cui poggia la scultura di San Paolo sia quello del creatore del pulpito. Una terrazza sopra la piazza offre una bella vista sui tetti di tegole rosse di Cusco. Salite lentamente per evitare il fiatone e guardatevi intorno. Cusco è ai vostri piedi. Ma da buona capitale ricambierà il vostro sguardo. Con fierezza.
Scopri altre idee di viaggio
Prepara le valigie e tuffati nel mondo di TRAVELFAR